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Ha effettuato numerose missioni in Africa, soprattutto
in Costa d'Avorio e Togo, culminate con la pubblicazione
dei suoi primi tre saggi.In questi primi lavori,
per descrivere l'oggetto della sua ricerca, Augé
ha coniato il termine "ideo-logic" che può essere
inteso come quella logica interna alla rappresentazione
che una società fa di se stessa. Dopo la metà
degli anni Ottanta, ha diversificato i suoi campi
di osservazione, effettuando numerosi soggiorni
in America latina. In particolare osservando la
realtà del mondo contemporaneo nel contesto più
immediato (vale a dire Parigi e la Francia) ha
applicato metodi innovativi di indagine nei confronti
della realtà parigina, prendendoli in prestito
dal suo lavoro precedentemente sviluppato in Africa.
Attraverso la teorizzazione di una antropologia
della surmodernità ha focalizzato alcuni aspetti
pioritari della società contemporanea metropolitana,
quali il paradossale incremento della solitudine
nonostante l'evoluzione dei mezzi di comunicazione;
la strano percorso relazionale dell'"io" e dell'"altro"
immersi in un contesto europeo di fine millennio;
il nonluogo, ovverossia quello spazio utilizzato
per usi molteplici, anonimo e stereotipato, privo
di storicità e frequentato da gruppi di persone
freneticamente in transito, che non si relazionano,
situazione riscontrabile negli aeroporti, negli
alberghi, sulle autostrade, nei grandi magazzini;
infine l'oblio e l'aberrazione della memoria.
Augé ha eseguito un attento lavoro di raffronto
fra l'impressione che questi "non luoghi" suscitano
nella gente comune e quella prodotta da alcuni
grandi scrittori della letteratura francese. Il
risultato di questa analisi è stato un apparente
insuperabile gap fra il linguaggio e l'esperienza.
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